Commemorazione del 4 novembre

Care concittadine e cari concittadini, come sarebbe consuetudine, ogni anno ci troviamo davanti al nostro monumento ai caduti, per ricordare il 4 novembre. Quest'anno, purtroppo, a causa dalla pandemia da covid-19, celebreremo in forma riservata e...
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2 novembre 2020

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Care concittadine e cari concittadini,
come sarebbe consuetudine, ogni anno ci troviamo davanti al nostro monumento ai caduti, per ricordare il 4 novembre.
Quest'anno, purtroppo, a causa dalla pandemia da covid-19, celebreremo in forma riservata e contingentata.
Il giorno 8 novembre, depositeremo le corone d'alloro ai nostri monumenti con le sole rappresentanze civili e religiose.
Il 4 novembre ricorre la festa dell'unità nazionale e delle forze armate per ricordare coloro che si sono battuti e sacrificati affinché il nostro paese si potesse costituire in una repubblica unitaria.
La commemorazione del 4 novembre ci aiuta a non dimenticare ricordando tutti coloro che hanno dato la vita per la nostra patria: chi ha sofferto e chi è morto al fronte e anche le famiglie di quei giovani soldati che si sono sacrificati per la nostra italia.
Quei soldati difesero i valori fondamentali che tuttora rappresentano la nostra nazione, la nostra libertà.
in una data come il 4 novembre non posso che ricordare di essere figlio di un soldato, cavaliere di "Vittorio Veneto" per riconoscimento al merito, che, dopo essere stato al fronte nelle trincee del Carso, fu fatto prigioniero durante la traversata del Piave e condotto nei campi di concentramento della Polonia.
Mio padre mi ha lasciato in eredità il suo diario di prigioniero di guerra, nel quale racconta le disumane situazioni vissute, le incomprensibili ragioni della guerra, gli assurdi ordini a cui doveva sottostare, la tremenda fame e il supplizio psicologico patiti, sofferenze che per tutto il resto della vita lo hanno condizionato e accompagnato.
Egli soffrì sempre per la disumanità delle azioni che era stato costretto a compiere, il continuo pensare agli affetti lontani, l'essere accompagnato da assoluta impotenza e continua sottomissione, il dover annullare tutti i propri valori umani, l'essere giovane e dover combattere quotidianamente contro la morte, ma ricordandosi in ogni momento della sua vita, come mi diceva, di aver avuto la fortuna di essere uno dei pochissimi a far ritorno a casa.
La commemorazione del 4 novembre rappresenta anche l'occasione per farci capire che la guerra e' la cosa più orribile che può accadere a un popolo, ecco perché l'articolo 11 della nostra costituzione recita "l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie", ma la costituzione ci ricorda, inoltre, che l'Italia si impegna a lavorare per assicurare la pace e la giustizia fra le nazioni.
Continuiamo ad insegnare ai nostri ragazzi che anche oggi la pace non e' data per sempre ma dobbiamo, giorno per giorno, proteggerla e averne cura.
Il mondo globale, stravolto da profondi mutamenti e da grandi attentati ai diritti primari delle persone, ha bisogno di pace.
Ringraziamo, quindi, con affetto, coloro che combattono perché la libertà ed il diritto siano una conquista collettiva.
Ringraziamo tutti quegli operatori che quotidianamente nelle nostre città dedicano la loro vita per rendere la nostra più sicura e libera: gli operatori del servizio di soccorso, gli operatori dei servizi sanitari, i volontari delle associazioni, i quali si sono prodigati, con imprese eccezionali, per gestire le emergenze anche durante l'attuale pandemia.
Sono esperienze come queste a dimostrare quanto la dedizione e il sacrificio sono valori comuni e imperituri, capaci di attraversare ogni epoca.
Dobbiamo continuare a tenere vivo l'orgoglio, rinnovando i valori fondamentali di libertà, giustizia, responsabilità.
Il rispetto delle regole è più che mai un elemento imprescindibile per costruire una società civile, per questo il nostro comportamento deve andare nella direzione della correttezza nei confronti degli altri e del rispetto della loro dignità.
Abbiamo avuto "una chiamata alle armi": l'ordine non era di presentarsi in guerra ma di restare a casa.
il virus è comunque un nemico, sebbene invisibile ma noi non dobbiamo farci prendere dal panico e da paure irrazionali.
Quello che deve far riflettere sono i nostri comportamenti individuali e sociali che mettono in pericolo l'ambiente e la natura e, in questo caso, le persone accanto a noi.
Questa pandemia è una continua prova di umanità e di solidarietà.
Il superamento della crisi sanitaria è, oggi, la priorità assoluta.
Sarà un compito impegnativo, ma uniti, con l'impegno, la tenacia e l'intelligenza di tutti noi, troveremo le giuste iniziative per ripartire e ritornare alla "normalità".
Non lasciamo che il 4 novembre passi come un anniversario vuoto, incapace di parlare alle coscienze, riempiamolo di significato senza sciupare l'insegnamento ricevuto.
A noi, donne, uomini e giovani di questo nostro tempo, la responsabilità di costruire, con tutto il nostro cuore, un mondo di pace al servizio del nostro paese.
Mi piace ricordare una frase di papa francesco "non facciamoci e non fatevi rubare la speranza".

Viva Pavone, viva l'Italia, viva la pace.

Il sindaco, Endro Bevolo

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Ultimo aggiornamento pagina: 05/11/2020 10:57:41

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