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Descrizione

Cenni storici:

Piatto della antica tradizione popolare contadina preparato in tardo autunno e inverno quando si macellavano in casa gli animali e venivano utilizzate tutte le frattaglie per non sprecare niente, queste diventavano una ricetta piena di gusto e perfetta per la convivialità. Alla carne si aggiungeva la verdura e la frutta di stagione.
E’ un piatto unico, a cui si abbina il sapore salato e dolce. E’ considerato “il piatto della festa”


Composizione tradizionale:

fegato (fricassà neira), polmone (fricassà bianca), rognone, animella, filone, granella, salsiccia, fettine di polpa, semolino dolce (pulenta dussa), amaretto e mela. A questi venivano aggiunte verdure, secondo le disponibilità, come zucchine, melanzane, cavolfiore. Il piatto veniva accompagnato con carote saltate in padella.
Nel tempo, vista la maggiore disponibilità di ingredienti, il fritto misto può arrivare fino ad una trentina di pezzi tra carni, verdura, frutti e dolci diversi.

Ogni pezzo di carne viene tagliato a tocchetti, la salsiccia in pezzi lunghi circa una spanna, le interiora a bocconi, le fettine lasciate intere o tagliate eventualmente a metà, a seconda della grandezza. Le animelle e le cervella possono essere sbollentate qualche minuto prima di essere impanate e fritte.

Per quanto riguarda invece la verdura, bisogna tagliare le zucchine, le melanzane a fettine e i cavolfiori a ciuffo, Bisogna sbucciare le mele, privale del torsolo e tagliarle anch’esse a fettine.

Quindi tutti gli ingredienti vengono passati nell’uovo sbattuto e impanati nel pangrattato e poi fritti in abbondante olio.
 
Viene tutto servito ben caldo su un unico piatto
La consumazione è immediata dopo la cottura “cotto e mangiato”.


Ditte produttrici:

Una volta veniva prodotto in famiglia, ora si può assaporare nelle sagre e nei ristoranti

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